mercoledì 14 novembre 2012

Microsoft Dynamics Nav 2013, l’Erp per le Pmi che guarda al cloud


Consiglio questo interessante articolo di Barbara Torresani pubblicato su ImpresaCity http://www.impresacity.it/articoli/794/microsoft-dynamics-nav-2013-l-erp-per-le-pmi-che-guarda-al-cloud.html#.UJ-TeTcTWlE.mailto

""Completo, semplice e agile: è l'Erp per le piccole e medie imprese internazionale, ma capace di adattarsi alle specificità locali. Si colloca all'interno di un anno di grandi annunci per Microsoft. Lo presenta Giovanni Stifano, Direttore Partner e Dynamics Microsoft Italia.

L’annuncio dell’Erp di Microsoft di taglio intermedio, Dynamics Nav 2013, si colloca all'interno di una strategia Microsoft di grandi lanci nell’anno fiscale 2013, che dal consumer si spingono fino all’enterprise.
L’essenza dell nuovo Erp è racchiusa nel claim “completo, semplice e agile”, ben spiegata da Giovanni Stifano, Direttore Partner e Dynamics Microsoft Italia: “Dynamics Nav 2013 è un prodotto completo che comprende molte nuove funzionalità; è semplice – da non confondersi con semplicistico – in quanto si adatta alle esigenze della media azienda; è agile perché non ingessa l'azienda ma la accompagna in un percorso evolutivo.”
Fondamentalmente le innovazioni dell’Erp sono ascrivibili a due macro aree: business – i miglioramenti principali rigurdano le funzionalità di produttività individuale, il cash flow e il cost accounting, la parte di logistica e produzione;  IT – su questo fronte sono stati migliorati i tool di debugging e sviluppo, la scalabilità e il deployment (l’Erp è cloud-ready), resi più facili e veloci i progetti di customizzazione e ottimizzati tutti i tool di gestione.
Come spiega Stifano: “Nav 2013 è un Erp che può essere posto in diversi scenari: come Erp ideale per la piccola e media impresa, ma anche in uno scenario di 'second tier' in grandi aziende dotate di soluzioni Erp centralizzate che vogliono dotarsi di un prodotto di secondo livello, più dipartimentale, per esempio in filiali di grandi aziende. Ha una connotozione internazionale ma soddisfa appieno le peculiarità locali e copre numerosi settori di industria attraverso le soluzioni verticali sviluppate dagli Isv per spingersi fino al ultimo miglio attraverso i partner. Tutto by design, in modalità seamless”.
 
Secondo Gartner, la prossima ondata del cambiamento guidato dalle Pmi punterà a prodotti Erp capaci di rispondere a nuovi requisiti di compliance, reportistica e previsioni, time to marketing, internazionalizzazione e delocalizzazione, maggior controllo della spesa e necessità di ridurre gli alti costi di manutenzione.
 
Ed ecco che Microsoft con Dynamics Nav 2013 si sente pronta a dare risposte concrete alle aziende che guardano oggi a un nuovo Erp, ponendosi come brand affidabile e come partner in grado di accompagnarle nel tempo con un sistema semplice da utilizzare, facile da inserire in un contesto consolidato di IT, che abilita l'efficienza e accompagna la crescita dell'azienda mantenendone il valore nel tempo.
 
Il prodotto è inserito nella più ampia galassia dei prodotti Dynamics con 25 anni di esperienza alle spalle, una divisione che assunto un'importanza crescente circa un decennio fa con le acquisizioni di Navision e di Great Plains (GP).
 
Oggi conta circa 350 mila clienti nel mondo, di cui 36 mila nell'area Crm, 17 mila per la soluzione Ax (l'Erp di taglio più enterprise), 92 mila per quella Nav, 13.500 per il prodotto SL e 43 mila per quella GP (la commercializzazione di quest'ultime due offerte è valida solo nei paesi anglosassoni). Una divisione che nell'ultimo anno fiscale ha riportato una crescita del + 11%, risultato degno di nota dice Stifano: ”in quanto il mondo delle Business Applications risente fortemente della congiuntura in atto; i progetti Erp in genere sono progetti pluriennali che impegnano le aziende assorbendo molte risorse; per tale motivo in un momento così difficile si tende a ponderare molto bene l’avvio di un progetto di questo tipo”.
Nell’area competitiva il fronte è aperto soprattutto con la proposizione Sap All in One, con la componente Oracle di derivazione JdEdwards, e a seguire con le Acg di Ibm (oggi Vision 4), ma anche con diversi  prodotti custom.
“Dynamics Nav è comunque il sistema Erp internazionale più diffuso al mondo di fascia media, che anno su anno guadagna in quote di mercato portando a bordo un numero doppio di nuovi clienti rispetto al concorrente più prossimo”, rimarca Stifano.
Gabriele Galanti, Direttore Prevendita Dynamics & Solution Partners, scende ulterioromente nei dettagli della nuova versione.
In termini di produttività individuale si è lavorato in ottica di gestione del cash flow moderno e di contabilità costi. Come funzionalità di warehouse management sono state aperte numerose finestre ad acquisizione automatica dei dati così come è stata potenziata la gestione della produzione.
La semplicità d’uso riguarda in particolare il miglioramento dell'interfaccia e dell'integrazione con Office (di cui è ancora più simile) contestuale all'operazione, ma anche dell’integrazione statica e dinamica con Excel. Si aggiungono la nuova integrazione con Onenote mentre è stata migliorata la possibilità di lavorare con strumenti di comunicazione unificata e la grafica.
In termini di agilità i laboratori hanno lavorato per garantire una user experience per ogni esigenza.
“Tutto ciò che si può fare su cliente di client  lo si può fare su Web”. E’ stato inserito un client funzionalmente di tipo web ma anche Sharepoint client. E il browser è stato disegnato per essere multipiattaforma: è possibile accedere all’Erp da dispositivo mobile e tablet a qualunque tipo di piattaforma. E il sofware è tecnicamente cloud ready. I partner possono già offrire il servizio in cloud ed alcuni lo hanno già portato su piattaforma Azure. Nei  prossimi mesi l’Erp sarà portato su Azure.""
 

lunedì 12 novembre 2012

Software Selection: come scegliere il software più adatto alle proprie esigenze

Riprendo un articolo da organizzazioneaziendale.net http://www.organizzazioneaziendale.net/software-selection/51 sul tema della Software Selection degli ERP. 

Credo che sia un contributo molto utile per le imprese, in particolare le PMI,  che vogliono cambiare il proprio gestionale.

"Per scegliere un ERP o una applicazione verticale è importante definire chiaramente i requisiti prima di avviare il processo di selezione, tecnicamente detto “software selection“.

Di fronte alla volontà di informatizzare un processo, di sostituire l’ERP esistente o di introdurre una applicazione verticale, la strada più semplice e battuta è quella di contattare diversi potenziali fornitori (software house o loro partner) e valutarne offerta. Spesso la scelta dei potenziali fornitori si basa su diversi parametri: prodotti offerti, referenze fornite da contatti di fiducia, vicinanza territoriale etc.
Contattati i fornitori, si svolgono dimostrazioni per valutare i prodotti (spesso più di una per ogni fornitore), si cerca di apprezzare la serietà e la solidità del fornitore e si analizzano le offerte economiche. Segue, di solito, una “scrematura” iniziale e poi una fase negoziale con i candidati rimasti, fino al perfezionamento del contratto di fornitura.
I passaggi che (in estrema sintesi) ho appena descritto sono sensati, anzi necessari, ed in termini tecnici prendono il nome di “software selection”.
Non notate però l’assenza di un passaggio fondamentale?
Acquistare un software (per citarne solo alcuni: una Business Intelligence, un MES, un PDM, fino ad un ERP completo) non è come acquistare un manufatto o un servizio di sorveglianza notturna. In molti casi, acquistare un software significa portare in azienda un “pacchetto” che avrà un largo impatto sull’operatività dell’area in cui verrà introdotto. Nella maggior parte dei casi il software condizionerà il processo, cioè il modo di lavorare, non senza effetti indesiderati. Riportiamo solo alcune delle lamentele tipiche:
  • il software “non fa quello che volevamo”
  • il software “è rigido e ci condiziona”
  • il fornitore “aveva promesso cose diverse”, oppure “non ci supporta adeguatamente”
  • “lo abbiamo usato per un po’, poi lo abbiamo abbandonato”
Approfondendone le cause, si nota che molti progetti di implementazione, anche decisamente costosi, falliscono o centrano solo parzialmente l’obiettivo a causa della mancanza di una attenta fase preliminare di definizione di quali siano realmente, e dettagliatamente, le esigenze dell’azienda.
Questo è il “passaggio fondamentale” cui accennavamo prima: non si può acquistare un mix complesso di prodotto e servizi senza una chiara definizione delle esigenze a cui si vuole dare risposta:
  • qual è l’obiettivo del progetto di informatizzazione?
  • quali processi coinvolge e come si svolgono questi processi?
  • quali funzionalità sono necessarie?
  • come dovranno svolgersi i flussi informativi?
  • quali sono gli attori coinvolti ed i loro ruoli?
  • come si dovrà interfacciare ed integrare con gli altri sistemi informativi?
In pratica si tratta di definire una specifica funzionale completa ed esaustiva. Questa attività è un passaggio fondamentale del processo di software selection. La specifica funzionale deve essere necessariamente inviata ai potenziali fornitori ancor prima di organizzare una dimostrazione, in modo da condividere fin dall’inizio i requisiti a cui il fornitore dovrà rispondere ed ottenere una dimostrazione mirata. La specifica servirà da punto di riferimento per la negoziazione, e con eventuali correzioni sarà parte integrante del contratto di fornitura.
L’esperienza insegna che la redazione di una specifica soddisfacente deve essere svolta da una figura o da un team che abbia competenze non solo tecniche ma anche organizzative, e che sia investito di una missione specifica. Inoltre, questa attività è tipicamente time consuming e mal si concilia con le mansioni quotidiane del personale.
E’ quindi una scelta sensata ricorrere ad un supporto esterno che affianchi l’azienda nel scegliere il fornitore giusto e nel definire correttamente il contratto. Il consulente può anche occuparsi di seguire l’avanzamento del progetto di implementazione e di tenere monitorato il fornitore rispetto agli obiettivi. Tutto questo va svolto in costante allineamento e collaborazione con le figure aziendali di riferimento (Direzione, Responsabile CED, Process owners e Key users).
Per concludere, la differenza non è segnata da quale prodotto acquistiamo, ma dacome acquistiamo e facciamo configurare il prodotto sulla base delle nostre precise esigenze. Talvolta, a seguito di una valutazione attenta, risulta preferibile acquistare un prodotto meno “blasonato” (e quindi meno costoso), ma facilmente configurabile e personalizzabile, e attraverso un fornitore affidabile e ben allineato sugli obiettivi.
Come quando acquistiamo un vestito costoso, possiamo avere risultati deludenti, se la taglia non è quella giusta o se il sarto non ha capito il lavoro da fare. Dobbiamo avere ben chiaro, e comunicare bene, il risultato che vogliamo ottenere."

venerdì 18 febbraio 2011

La Business Intelligence vista dai responsabili ICT



Riporto qui di seguito un interessantissimo articolo sulle prospettive della Business Intelligence, dal punto di vista dei Responsabili ICT, pubblicata su DataManagerOnline:

http://www.datamanager.it/news/business-intelligence/la-business-intelligence-vista-dai-responsabili-ic

La survey, svolta sui responsabili ICT di 150 imprese medio-grandi attive in Italia nei settori manifatturiero, commercio e servizi ha messo in luce come l’esigenza di una solida conoscenza dell’andamento della propria azienda e di un costante confronto con i concorrenti siano esigenze irrinunciabili, anche se spesso non sono tradotte in pratica.

Se è una conferma scoprire che il 90% delle aziende utilizza regolarmente i processi di reporting e che il 79% utilizza strumenti di pianificazione, è invece una sorpresa notare che, secondo i responsabili ICT intervistati da Axiante, due aziende su tre, cioè il 67% del campione, non ricorra mai a un confronto con i concorrenti, quando in realtà il benchmark costituisce uno strumento prezioso per comprendere a fondo l’andamento del business, oppure scoprire che più di un’azienda su due, cioè il 55%, non misura regolarmente la fidelizzazione dei clienti.

“Come società di consulenza siamo abituati, ogni 12-18 mesi, a svolgere indagini per tastare il polso al mercato, in modo da poter tarare sempre al meglio le nostre proposte”, ha spiegato Romeo Scaccabarozzi, President di Axiante.

“Questa volta abbiamo scelto di sondare la direzione ICT su aree di business ben identificate, per conoscere la loro percezione sull’uso attuale delle applicazioni di BI in azienda, e soprattutto sui processi chiave che queste applicazioni supportano, estendendo l’orizzonte temporale dell’indagine ai piani per i prossimi 12-18 mesi”.

Le 150 aziende interpellate, di dimensioni medio-grandi, cioè con un fatturato dai 300 milioni in su, appartengono ai principali settori di attività, come quello farmaceutico, i beni di largo consumo, i servizi o prodotti industriali, e comprendono anche le filiali Italiane di gruppi internazionali.

Nell’interpellare i responsabili ICT delle aziende, volutamente non sono state poste domande di carattere tecnico, concentrando invece l’indagine su quattro aspetti chiave: il controllo, la pianificazione, l’area vendite e il marketing.

Per quanto riguarda la prima area, quella del controlling finanziario, è emerso che circa il 90% delle aziende utilizza regolarmente processi di reporting, e questo evidenzia che le procedure formali sono eseguite con regolarità.

Ma il 40% delle aziende intende migliorare questi processi, per avere ulteriori dettagli (il 47%) e maggiore tempestività (il 31%): segno che le aziende hanno sempre più l’esigenza di “leggere” dietro ai numeri per comprendere meglio i fenomeni di mercato, e in tempi sempre più rapidi come imposto dal ritmo del business.

Molto significativi anche i dati relativi alla funzione di planning: il 79% delle aziende utilizza strumenti evoluti per operare un forecast su base mensile. Quel che è interessante notare, è che la revisione sia del budget sia degli obiettivi avviene nel 14% su base mensile, nel 36% dei casi ogni tre mesi e nel 30% dei casi ogni semestre: in sostanza, solo il 20% delle aziende è rimasto ancorato alla classica ri-pianificazione annuale del budget.

“Il cambiamento, anche repentino, negli scenari di business è diventato una costante, e le aziende si sono abituate a ripianificare spesso per non farsi cogliere impreparate”, ha sottolineato Scaccabarozzi.

“Ecco perché si parla sempre più di ‘Rolling Forecast’, ovvero di previsioni continue, con le quali le aziende operano veri e propri aggiustamenti “in corsa”, rivedendo in continuazione i piani e le previsioni in modo che le scorte, gli investimenti, le risorse umane, e la finanza aziendale, possano essere riallineati al mutare del contesto competitivo”.

Ma è nell’ambito dell’area vendite e marketing che si notano alcune sorprese, sempre secondo la percezione dei responsabili IT: come definire infatti la circostanza che il 67% delle aziende non utilizza alcuno strumento di benchmark rispetto ai concorrenti e che il 52% non misura regolarmente la fidelizzazione dei clienti? Si tratta di due aspetti strettamente connessi tra loro, soprattutto in contesti di mercato stagnanti e sostanzialmente a crescita limitata quale quello italiano, dove spesso i nuovi clienti si acquisiscono a spese dei concorrenti.

È evidente che per non perdere quote di mercato le aziende devono monitorare costantemente i propri risultati rispetto alla concorrenza, ma un’azienda su tre non lo fa.

Va un po’ meglio sul fronte del monitoraggio della fidelizzazione, visto che poco più di un’azienda su due controlla regolarmente l’opinione di cui gode presso i clienti.

“I dati relativi all’analisi della concorrenza e della fidelizzazione ci hanno un po’ stupito, in quanto dimostrano ancora uno scarso utilizzo di funzioni importantissime, dovuto anche al fatto che fino a poco tempo fa gli strumenti adatti non erano disponibili”, ha commentato Romeo Scaccabarozzi.

“Condurre benchmark richiede infatti l’elaborazione di grandi quantità di dati sia dall’interno sia dall’esterno e la loro analisi approfondita: è evidente che un’analisi del genere non può essere svolta col classico foglio elettronico, ma presuppongono la presenza di un Data Warehouse e soprattutto di strumenti sofisticati di Business Intelligence e di Business Analytics.

Come Axiante, abbiamo già al nostro attivo numerosi progetti di questo tipo, implementati in particolare nel settore Farmaceutico, che è uno dei più attivi sul fronte del bechmarking”.

Per quanto riguarda gli strumenti, i responsabili IT delle aziende interpellate da Axiante non hanno molti dubbi: l’84% afferma che la Business Intelligence costituisce una priorità principale per i prossimi 18 mesi.

“Non è una novità – ha sottolineato Scaccabarozzi -, in quanto mai come nei momenti incerti quale quello che stiamo vivendo vi è la necessità di avere il maggior numero possibile di elementi per poter prendere decisioni corrette.

E la sostanziale tenuta del nostro business come società di consulenza applicativa specializzata in BI e CPM, anche in un periodo di crisi, dimostra una volta di più come le aziende desiderino essere preparate all’appuntamento con la ripresa”.

Un ultimo dato interessante scaturito dalla ricerca è quello relativo al Data Warehouse presente in azienda: nel 45% dei casi è stato realizzato da 4 o più anni, mentre il 25% risale a 3 anni fa. Non stupisce quindi che il 53% delle aziende intenda rivedere il proprio Data Warehouse nel corso del 2010.

“Questi dati fanno riflettere, anche perché sono strettamente correlati con quelli relativi alla priorità assegnata alla Business Intelligence dalla stragrande maggioranza delle aziende”, ha commentato Scaccabarozzi.

“E non stupisce scoprire come più di un’azienda su due intenda adeguare già nel corso di quest’anno il proprio Data Warehouse, risalente in pratica a cinque anni fa: un periodo davvero troppo lungo, misurandolo sia in termini ICT, sia in base a ciò che è successo nello scenario macroeconomico e competitivo”.

Ma realizzare un Data Warehouse è un compito da affrontare con attenzione, in quanto costituisce, come noto, il cuore del sistema di analisi e di decisione dell’azienda, visto che vi risiedono tutti i dati necessari.

“È per questo che le aziende devono affidarsi sempre a consulenti in grado di porsi come veri e propri architetti: la struttura e le correlazioni dei dati presenti nel Data Warehouse vanno stabilite a priori con uno studio il più possibile approfondito”, ha concluso Romeo Scaccabarozzi.

“Gli architetti e gli specialisti che Axiante mette a disposizione dei propri clienti sono in grado di affrontare anche i progetti più complessi, come è dimostrato dalle numerose referenze al nostro attivo”.

venerdì 21 maggio 2010

SEM2000 Gestionale Eventi e Congressi



Ho avuto modo di valutare in questi giorni un software per la gestione dei congressi, convention, corsi etc. che si chiama SEM2000 www.sem-2000.it


Sono rimasto molto soddisfatto delle funzionalità e delle caratteristiche di questo gestionale che consiglio a tutte le aziende del settore che dovessero cercare un'utile strumento di lavoro per l'organizzazione di Eventi.

SEM-2000 consente la gestione e il supporto di ogni fase organizzativa di un evento, comprese le pratiche post-congressuali, permettendo di avere sempre un quadro chiaro e documentato di ogni fase dell'iniziativa.

Il software è composto dai seguenti moduli principali:
- SEM2000 che permette la gestione complessiva dell'Evento
- SEMQUEST per la registrazione dei questionari (anche per l'assegnazione dei crediti formativi)
- SEMTIFIC che consente la gestione e la raccolta degli Abstract per i congressi scientifici
- OnLineCongress per la registrazione dei partecipanti e la prenotazione dei servizi su internet www.onlinecongress.it

L'interfaccia del software è molto semplice e ben curata, anche se nelle maschere di inserimento sono raccolte molte informazioni che sono utili per la gestione complessiva dei partecipanti all'evento.

Il programma consente di partire anche da un budget del congresso che durante e dopo il suo svolgimento, verrà confrontato con i dati consuntivi e permettere un controllo di gestione costante sujll'evento.

Per ogni partecipante del congresso è possibile prenotare alberghi, ristoranti, escursioni, servizi etc. inviando ad ogni fornitore i relativi voucher o prenotazioni, direttamente dal gestionale.

Il programma è corredato di numerosi reports che possono essere utilizzati anche durante il congresso per avere una situazione aggiornata dei partecipanti e permettere anche la stampa degli attestati di partecipazione a fine evento.

Dal punto di vista tecnico, il software prevede anche l'estrazione mirata di tutti i dati relativi ad un congresso, per poter permettere ogni attività anche presso lo stand dell'evento su p.c. portatili.

Le anagrafiche di ogni evento completato, possono confluire poi in modulo General Database, per effettuare nel tempo, attività di marketing nell'organizzazione di altri congressi.

Complessivamente, se dovessi dare un voto, darei un 8 perchè sviluppato bene e perchè applicazioni di questo tipo sono molto utili ad imprese nel settore congressuale, soprattutto per un controllo dei risultati di gestione, sempre più necessari per essere competitivi nel mercato.

lunedì 21 dicembre 2009

Il B.P.M. : una metodologia organizzativa e una tecnologia in forte crescita



Il B.P.M. o Business Process Management è un approccio di gestione aziendale focalizzato sull’allineamento di tutti gli aspetti di una organizzazione, con i desideri e le esigenze dei clienti.

Infatti il BPM consente alle imprese di rispondere alle mutevoli richieste dei consumatori, del mercato, e sviluppare le strategie in modo più veloce rispetto ai concorrenti, ovvero la creazione di vantaggio competitivo.

In effetti, il BPM è un approccio per integrare una capacità di cambiamento o miglioramento ad una organizzazione sia in termini umani che tecnologici. Infatti molti articoli riguardanti il BPM e gli esperti, spesso discutono del BPM da uno dei due punti di vista: le persone e / o della tecnologia.

In parole povere, lavorare con una logica di BPM significa analizzare costantemente i processi aziendali, coinvolgere le persone che li devono attuare e sviluppare con gli stessi dei miglioramenti o dei nuovi percorsi di processo aziendale. Per fare questo sono ovviamente necessarie delle tecnologie informatiche, primo fra tutti il gestionale aziendale ma non solo, sono necessarie anche altre tecnologie che permettano una visione sempre più ampia di tutte le informazioni aziendali.

Per fare un esempio che faccia comprendere meglio le potenzialità di un approccio organizzativo orientato al B.P.M., potremmo pensare a tutte quelle imprese che utilizzano, per la normale gestione aziendale, software diversi per aree distinte di attività (amministrazione, personale, magazzino, commerciale, etc.). In queste realtà, un progetto orientato alla gestione del BPM deve prevedere in un’unica interfaccia utente le seguenti possibilità:
  • Un software Web per la condivisione delle informazioni e dei processi (Intranet)

  • Una piattaforma per la gestione del disegno, modifica e implementazione dei processi aziendali (Workflow)

  • Un software di raccolta delle informazioni aziendali e di controllo di gestione (Business Intelligence)

  • Un punto di accesso unico per la condivisione dei documenti di Office (vedi Sharepoint)

  • Un ‘collettore’ fra i vari Gestionali Aziendali che permetta anche di implementare funzioni dove non sono previste dal gestionale standard

  • Integrazione fra i processi aziendali interni e le Applicazioni Web rivolte a clienti e fornitori

  • Unificazione delle comunicazioni aziendali con integrazioni al VoIP, Blog Aziendali, Wiki, Posta elettronica, Messanger

Nonostante tutte queste funzionalità che un software di gestione BPM deve avere, ritengo che ogni impresa, soprattutto le PMI, affrontino questo progetto per step, iniziando dall’organizzare e implementare i processi aziendali più critici fino ad allargare la gestione a tutte le aree di business.

Per affrontare l’implementazione di un progetto di BPM esistono già delle applicazioni realizzate da software house, che vedranno crescere il loro fatturati dei prossimi anni con percentuali a due cifre, vista la necessità e i benefici che la logica BPM porta alle imprese.

In questo contesto si è mossa anche IBM che ha acquisito di recente una società leader nei progetti BPM vedi:http://www.lineaedp.it/01NET/HP/0,1254,1_ART_104522,00.html?lw=nl20003, segnale che fa comprendere quanto questo orientamento sarà uno dei business più interessanti per le aziende IT, ma anche un investimento necessario per tutte le imprese.

Per ulteriori conoscenze sul B.P.M. Vi consiglio i seguenti Blog:

http://ariannacto.blogspot.com/

http://blog.lombardicto.com/

http://www.column2.com/

http://69.36.189.101/wordpress/

http://www.bpm-research.com/

venerdì 8 maggio 2009

Evaluation Matrix - La valutazione degli utenti sui software ERP



Vi segnalo un'articolo http://matrix.ulitzer.com/node/927926 che descrive il sito Evaluation Matrix http://www.evaluation-matrix.com/comparison dedicato alla raccolta di giudizi sulle caratteristiche dei principali software ERP.

Evaluation Matrix è infatti una piattaforma collaborativa, in ottica Web 2.0, dedicata alla valutazione dei migliori software gestionali, con particolare attenzione agli Enterprise Resource Planning (E.R.P.).

Le valutazioni espresse dagli utenti finali e comunque da liberi opinionisti, hanno l'obiettivo di aiutare le imprese nella scelta di un prodotto ERP ma anche i software Vendors nel migliorare costantemente le versioni dei loro prodotti.

Molto interessante è l'area riguardante i grafici che mettono a confronto gli indici di valutazione delle singole caratteristiche dei software ERP selezionati.

Anche per i software gestionali è arrivato il momento di confrontarsi con il Web 2.0, ovvero un giudizio sui prodotti non calato dall'alto delle case produttrici ma dato spontaneamente dagli utenti della rete e dal Mercato.